04/11: Orsetta Elter racconta

4 nov
“(…)al trenino avevano attaccato i due vagoni passeggeri e continuava ad arrivare gente he voleva scappare da Cogne (in gran parte senza precisi motivi). All’Arpisson il treno si è fermato a lungo. Arrivavano partigiani che non conoscevo. Ad Acque-fredde siamo tutti andati a casa di Vigna, dove c’era un gran pentolone di castagne bollite(…)Gran parte della gente venuta da Cogne è partita subito per raggiungere il fondovalle, alcuni volevano raggiungere la valle del Grande passando da Fenis, … tra questi Renata, il dott. Ravola, Caracciolo che aveva la febbre a 40°(…) E’ venuto Saltarelli e ci ha portati in una sua baita sopra Acque-fredde (…)Piero ha sotterrato il moschetto …” Orsetta Elter – continua

(…)il capo partigiano “Dulo” [Giulio Ourlaz] ci aveva chiesto se volevamo combattere contro i tedeschi ai posti di blocco: ma dopo 48 ore non avremmo più potuto difenderci, senza armi e senza viveri. In una stalla, seduti sulle mangiatoie, decidemmo di partire in 11 verso il Nivolet e di consegnarci prigionieri ai francesi, piuttosto che finire coi fascisti e i tedeschi. La traversata fu tragica: marciando nella neve, con Marco Savin in testa, giungemmo al Nivolet a mezzanotte, dove i Bregoli avevano preparato un po’ di riso.(…)Nella tormenta del giorno dopo, passato il colle dell’Agnello per salire alla Galisia, la neve ci portava indietro: se si fosse staccata una valanga ci avrebbero ritrovati tutti nel lago di Ceresole. …Dovemmo scuotere più volte mio fratello, perché non si lasciasse andare.(Emilio Martinetto – da un’intervista rilasciata a G.Vassoney -continua…)

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