…Ricordo la saletta da pranzo dell’ospizio, che mi faceva pensare a Colonna, ricordo l’odore…il letto più comodo del mondo, con grandi cuscini di piuma, e la colazione il mattino, col latte, cacao, pane e uno squisito formaggio vallesano. I doganieri svizzeri avevano un grande cappello con la tesa rialzata. Ci hanno subito detto che non era sicuro che potessimo rimanere in Svizzera. La mamma si è arrabbiata, gli ha detto che se non ci facevano entrare erano dei criminali, perché era come se ci fucilassero, noi indietro non potevamo tornare. Poi ci hanno chiesto se avevamo denaro e valori. Avevamo 1000 franchi che ci aveva dato Fresia. Gli abbiamo consegnato i mille franchi e così siamo poi entrati in Svizzera senza un soldo. Quanto ai valori, cuciti nei miei calzoni , c’erano tre portasigarette d’oro, che un certo Lolli, ebreo, aveva lasciato in custodia a mio papà.Quelli non li abbiamo consegnati e sono poi stati restituiti ai suoi famigliari, a Losanna…(Orsetta Elter op. cit….)
…Ricordo l’incidente che costò la vita a 84 prigionieri inglesi e tre guide italiane, tutti morti nella tormenta. In primavera, con un cappellano inglese fui mandato a dissotterrare i morti, ai quali dovevamo prelevare la piastrina, bagnandola con l’acqua calda a causa del gelo. Un brutto lavoro, meglio sulla Galisia con la neve fino alla cintola e 30 gradi sotto zero. Ma è passata e sono ritornato. La Cogne allora mi ha pagato tutte le giornate, come se avessi lavorato(Cipriano Savin memoria cit)…