(…) La radio, credo per ragioni di ricettività, era stata installata alla Cogne, nello stesso alloggio in cui si trovavano anche Giulio Einaudi (per il tempo che è rimasto a Cogne) e Renata Aldovrandi, e dove si riuniva anche la prima cellula del Pci della Cogne, diretta da Maina (fidanzato di Aurora Martinetto).
Questa circostanza doveva allarmare qualcuno al Comando, ma ho ragioni per credere che , nonostante le trasmissioni fossero, tutto sommato piuttosto innocenti, soprattutto il titolo in francese <Radio Vallée d’Aoste Libre> seguito dalla frase: <pour que nous puissons dire demain notre parole!> doveva disturbare qualcuno al comando di Villa Necchi.
Mésard doveva saperlo perché mi dette l’incarico di sorvegliare la radio. Credevo che si trattasse di uno dei soliti pretesti con cui, dopo la morte di Giorgio, mi teneva lontano da Chevril, dove si trovavano di turno i garibaldini; accadde invece che il giorno stesso comparve il tecnico che pretendeva di portare via la radio e che per cominciare la voleva rendere inservibile asportandone le valvole. Risolsi la cosa puntandogli addosso la rivoltella e dicendo che lo <arrestavo come sovversivo> (frase imparata evidentemente sui testi fascisti). Poco dopo, chiamati da una telefonata di Renata sono arrivati Dulo, Caracciolo e Pierino Vuillermoz. Ricordo bene il commento di Caracciolo: <Dopo tutto voleva sovvertire l’ordine della radio>; e quello di Pierino Vuillermoz che poneva fine ai discorsi: <La radio sulle spalle l’ho portata io>.(Piero Elter…..)