26/08: Il contributo del clero valdostano

Fine agosto:

la situazione militare sulle Alpi sembra evolversi rapidamente… la Resistenza italiana invia una delegazione in Savoia. Jacini , Silvio e Glass per organizzare un collegamento fisso con le FFI. Il 25 agosto la delegazione incontra il Comandante dell’Alta Savoia Lambroschini(Nizier) ad Annecy. Il 26 il Comandante delle due Savoie de Galbert(Mathieu) a Chambery . (Sono previsti collegamenti attraverso il Col de la Seigne, con “boites à lettres” a Le Chapieux, con Torino attraverso il Col de l’Autaret tra Viù e Arc, con punto di riferimento il curato di Bonneval, per lo scambio di informazioni. Viene posto il problema del rifornimento d’armi alle formazioni partigiane della Valle d’Aosta e Piemonte.(R.Nicco, op cit)

…Generoso fu il contributo del clero valdostano, specialmente il più povero e il più modesto, …come cappellani di banda, solidarietà alla resitenza e alla popolazione civile vessata; si ricordano don Maquignaz, don Meynet, do Perron…(il contributo della Valle d’Aosta alla guerra di liberazione, op.cit)

24/08: Bombardamenti americani

24 agosto
Trois-Villes (Quart). Per ritorsione contro l’attacco partigiano al posto di blocco di Nus, effettuato il 18 agosto, i nazifascisti attaccano la zona controllata dalla 13a banda Émile Chanoux, incendiando il villaggio ed uccidono Pietro Desandré, Eusebio Barrel e Tommaso Forethier.

 

23 agosto
Pont-Saint-Martin. Aerei americani bombardano il centro cittadino provocando la morte accertata di 133 persone. Le case distrutte sono 42. Dei 434 sinistrati, 85 sono bambini.

25/08: La radio

(…) La radio, credo per ragioni di ricettività, era stata installata alla Cogne, nello stesso alloggio in cui si trovavano anche Giulio Einaudi (per il tempo che è rimasto a Cogne) e Renata Aldovrandi, e dove si riuniva anche la prima cellula del Pci della Cogne, diretta da Maina (fidanzato di Aurora Martinetto).
Questa circostanza doveva allarmare qualcuno al Comando, ma ho ragioni per credere che , nonostante le trasmissioni fossero, tutto sommato piuttosto innocenti, soprattutto il titolo in francese <Radio Vallée d’Aoste Libre> seguito dalla frase: <pour que nous puissons dire demain notre parole!> doveva disturbare qualcuno al comando di Villa Necchi.
Mésard doveva saperlo perché mi dette l’incarico di sorvegliare la radio. Credevo che si trattasse di uno dei soliti pretesti con cui, dopo la morte di Giorgio, mi teneva lontano da Chevril, dove si trovavano di turno i garibaldini; accadde invece che il giorno stesso comparve il tecnico che pretendeva di portare via la radio e che per cominciare la voleva rendere inservibile asportandone le valvole. Risolsi la cosa puntandogli addosso la rivoltella e dicendo che lo <arrestavo come sovversivo> (frase imparata evidentemente sui testi fascisti). Poco dopo, chiamati da una telefonata di Renata sono arrivati Dulo, Caracciolo e Pierino Vuillermoz. Ricordo bene il commento di Caracciolo: <Dopo tutto voleva sovvertire l’ordine della radio>; e quello di Pierino Vuillermoz che poneva fine ai discorsi: <La radio sulle spalle l’ho portata io>.(Piero Elter…..)

21/08: L’importanza di Cavagnet

“La repubblica di Cogne si realizzò essenzialmente per merito di un grande personaggio: il comandante Plik e cioè il maggiore Giuseppe Cavagnet. Senza di lui probabilmente non si sarebbe scritta questa pagina importante e unica della storia della Resistenza valdostana. Gli dobbiamo essere grati per quello che ha saputo fare…”.(Giulio Dolchi)

Con Dudo (Giulio Dolchi)…”.Spesso parlavamo delle vicende della guerra di Liberazione in Valle- E di quanto ci fu di particolare a Cogne e di ciò che manteneva così legati i partigiani di ogni formazione. Assai più di quanto avvenne in altre valli.(…)”
( Ruggero Cominotti (da “Giulio Dolchi , dieci anni dopo” Aosta – 2013 – 200 copie numerate)

20/08: Maurizio Martin

(…)A causa delle sue convinzioni profondamente autonomistiche per la Valle di Aosta mio padre si fece parecchi nemici, soprattutto fra le truppe francesi che all’epoca avevano invaso la parte alta della Valle, stabilendo il comando ad Introd, dove mio padre era segretario comunale supplente, così come lo era a Rhemes-Saint-Georges, ove abitavamo e a Rhemes-Notre Dame.
In quei giorni una sentinella francese sparò ed uccise il partigiano Sergio Vevey, come ricorda ancora una piccola lapide, che si può ancora intravedere oggi, posta su muro di una casa al villaggio di Villes Dessus, ove una volta transitava la strada per Rhemes. Su questo episodio le versioni sono discordanti: ci fu chi sostenne l’involontarietà della sentinella. Ma c’era un’altra vittima nel mirino delle truppe francesi: mio padre che, avvistato in tempo, si nascose per una settimana. Però sulla porta del Municipio comparve una scritta: ” A mort!”.
Purtroppo mio padre, poco dopo, distrusse questo documento come tutta la corrispondenza avuta con EmileChanoux!(testimonianza di Luigi Martin, figlio di Maurizio)

16/08: Autonomismo o Separatismo?

Il tema viene trattato su più fronti attivamente fino a settembre inoltrato e anche sul giornalino murale di Cogne stampato quotidianamente dal 30 agosto al 12 ottobre.
Composto da due pagine, battuto a macchina in più copie, il giornale veniva affisso in piazza a Cogne
“C’era una bacheca dove si metteva il giornale, fuori dal centralino telefonico, che lo avevamo preso noi, dove ci alternavamo io e Lola per il servizio telefonico.” (Lele Calosci)
Le altre copie erano destinate ai distaccamenti e alle fabbriche locali, consegnate alle staffette che giornalmente collegavano il comando Zona con e le altre bande della regione.
“Un paio di numeri li abbiamo avuti anche noi… perché lo facevamo anche noi il giornalino: “Valle d’Aosta Garibaldina”(Guido Ariano, Barbaro)

AUTONOMISMO O SEPARATISMO
“Il Patriota della valle d’aosta” , settembre 1944
(…) L’argomento merita di essere ripreso…quello delle autonomie regionali. ogni regione ha i suoi specifici caratteri …questi caratteri danno luogo a problemi che variano da regione a regione e che un regime sano dovrebbe considerare per il benessere delle regioni medesime e in sostanza per l’intera compagine statale(…)
(Nell’articolo citato, in relazione alla questione siciliana di cui si parlava in quei giorni)

13/08: Cogne comando di zona

(…)La scelta di Cogne come sede del Comando di Zona fu motivata dalla particolare situazione della località posta al centro del blocco partigiano a sud della Dora Baltea e confinante con la Francia; dalla possibilità di rapidi collegamenti con Torino (via Champorcher e via Val Soana) e col blocco a nord, confinante con la Svizzera; e infine l’arrivo alla frontiera italo-francese nel tratto Piccolo-st-Bernardo/Col du Mont delle truppe anglo americane e la conseguente opportunità di un pronto ed efficace collegamento col Comando alleato al fine di inserire l’azione partigiana nel quadro delle loro operazioni ed ottenere così gli indispensabili rifornimenti di armi, munizioni, equipaggiamento e viveri. (Il contributo della VdA alla guerra di Liberazione, op cit – cap IV)

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12/08: Il rifiuto di Franz Elter

(…)“In qualità di Direttore della miniera della COGNE ho ritenuto mio dovere di resistere alle direttive collaborazioniste dall’8 settembre ’43 in poi. Ho agito dapprima con molta prudenza, perché un arresto improvviso della produzione mineraria avrebbe provocato probabilmente la graduale asportazione degli impianti e la deportazione della mano d’opera…
Durante il periodo dell’occupazione di Cogne da parte delle truppe partigiane ho cercato di contribuire con tutte le mie forze perché queste fossero fornite di viveri dai magazzini della miniera, di esplosivi, di indumenti, eccetera. (…) Detti inoltre la mia collaborazione tecnica e partecipai ad atti di sabotaggio della ferrovia in fondo valle. Le interruzioni frequenti di ponti e della linea ferroviaria riuscirono opportune e solo una minima parte della produzione siderurgica di Aosta poté essere esportata mentre 40.000 tonnellate di acciaio rimasero sui piazzali di Aosta(…)Franz Elter
FOTO: autoritratto ,olio su cartone

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12/08: Aurora Novella Vuillerminaz

Aurora Novella Vuillerminaz

Medaglia d’argento al valore militare alla memoria, era nata a Saint-Vincent
(frazione Conoz) il 25 febbraio 1922.
Il 13 marzo 1941 si sposa con Giulio Ourlaz e inizia a lavorare nelle
ferrovie. Partigiana a Cogne nel gruppo Ourlaz dal 2 giugno 1944 e nella banda
“Arturo Verraz” dal 6 luglio 1944, ricopre l’incarico di staffetta
accompagnando dalla Svizzera all’Italia, tra gli altri, gli antifascisti
Gabriele Sicurani “Gabriani”, Saverio Tutino “Nerio”, Piero Vitali “Pierino”,
Nel corso di un altro viaggio, iniziato il 12 ottobre 1944 dalla Svizzera,
insieme alla guida Alberto Chéraz “Arturo”, accompagnò altri fuoriusciti che
volevano unirsi al gruppo di Cogne: Ferdinando Giolli (31 marzo 1924), Emilio
Macazzola (19 ottobre 1906), Giovanni Pavia (25 settembre 1920). Di questo
gruppo faceva anche parte il modenese Gino Donati (4 ottobre 1914), morto di
fatica alla Finestra Durand, e Raimondo Lazzari, unico sopravvissuto, nato il
26 giugno 1901. Il gruppo si era riunito a Doues, dopo che Lola e Pavia erano
tornati indietro per seppellire Gino Donati.

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Arrivati verso le 5 di pomeriggio nei pressi di Aymavilles, vennero catturati da
una quindicina di militi del Battaglione IX settembre.
Portata, insieme ai suoi compagni, alla caserma della GNR di Villeneuve e
successivamente interrogata, venne condannata alla fucilazione.
Alle 6 del mattino, il 16 ottobre 1944, vennero fucilati; Spogliati di orologi e scarpe e creata una fossa per
seppellirli, i corpi vennero abbandonati. Lazzari, sopravvissuto, riuscì anascondersi dietro una pietra tombale e in seguito venne soccorso e affidato ai
partigiani di Cogne, dove fu curato presso l’ infermeria dal dottor Ansermin.
Da lui conosciamo tutta la storia.

(…)Lola fu poi sorpresa dai fascisti a Ville sur Sarre mentre guidava un quarto gruppo (di “svizzeri”) e fucilata insieme agli altri a Villeneuve. Si salvò il solo Raimondo Lazzari, colpito da una pallottola che gli aveva attraversato tutto il torace senza, miracolosamente, toccare organi vitali. (Fu recuperato dai partigiani alcuni giorni dopo su segnalazione di alcune donne di Villeneuve che l’avevano nascosto!).
(P.Elter…continua)