06/08: “Svizzeri” e “Garibaldini”

LUIGI RAYMOND”Nerone”, classe 1926, membro dell’87a bgta di Cogne, Comandante Plik mentre il gruppo dei “garibaldini” era agli ordini di Ourlaz”Dulo”

Occorre forse un rapido glossario riassuntivo. Eccolo:
Si chiamarono “Svizzeri” tutti i giovani di leva che avevano disertato l’esercito repubblichino, riparando in Svizzera, e da qui erano rientrati clandestinamente per rinforzare le fila partigiane
Si chiamavano “Garibaldini” i partigiani comunisti.
Nerio, Giorgio, Giulio Einaudi, Renata Aldovrandi,Zagabria, Gabriani, Katiuscia, Kiki (Lazzari), Gaddo, Martin erano Svizzeri e Garibaldini.

05/08: Morte di un partigiano

(…)Quando è morto il secondo partigiano di Cogne, in seguito a ferite, mi pare che Giorgio lo avesse assistito all’infermeria della Cogne. Al funerale c’erano i suoi parenti, che piangevano, urlavano. La mamma ha detto a Giorgio: “Perché fanno così?Non si fa così…”
e Giorgio le ha risposto: “Ma se muoio io, forse anche tu fai così.”(…)Orsetta Elter op cit

05/08: La preparazione politica degli svizzeri

(…)Non vi sono dubbi sull’importanza che gli <svizzeri> hanno avuto nella Resistenza e nella sua riorganizzazione, anche grazie ad una migliore preparazione politica, acquisita col contatto con le organizzazioni antifasciste che operavano nei campi di internamento in Svizzera e che organizzavano il rientro(….) dopo l’esperienza di Cogne, hanno continuato la guerra in Piemonte, partecipando infine alla liberazione di Torino.(Piero Elter) continua…

03/08: La conoscenza del socialismo

(…) Io cos’era il socialismo l’ho conosciuto durante la guerra partigiana, perché avevamo due commissari politici. Ma prima non conoscevamo niente. Conoscevamo solo il fascismo: o eri fascista o eri antifascista. (…)
(Raffaele Carrara….)
(nella foto: i fratelli Luigi e Enrico Vassoney con uno “sten” )10565161_703476809722569_8586906757453153944_n

02/08: Festa nazionale della Svizzera

(…)Il 1° agosto era la festa nazionale della Svizzera(…) Sul colle era stata preparata una grande catasta di legna cui fu appiccato il fuoco dopo un discorso del parroco, parlò anche il nostro capo Ernst e accennò alla partenza del nostro gruppo per l’Italia… Ci avvicinammo alle ragazze e chiedemmo loro i fazzoletti rossi che avevano al collo per farne la nostra bandiera e poi scendemmo a continuare la festa(…),che poteva anche essere l’ultima festa; in effetti per quattro di noi sarebbe stata l’ultima(…)
(Arvedo Decima – Sulle vie dell’esilio dorato(Svizzera1944-1945),Treviso 2008)

(Fillak, Elter, Donati e Vitali erano presenti a quella festa in Svizzera e morirono poco tempo dopo)

31/07: Ricordi di Orsetta

…Avrei da racconare un’infinità di eventi e di persone…I cecoslovacchi coi cavalli, la dolcezza di Plik, il sorriso di Dudo, la timidezza di Mario Bechaz, Ottoz coi suoi “ottoz uomoz”, il Biondo, Gaddo, Martin , Caracciolo che mi pareva vecchissimo e pieno di saggezza(…)
(Orsetta Elter op cit)

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30/07: Andrea Pautasso “Bert”

30 LUGLIO 1944
Saint-Nicolas. Il massiccio attacco portato dai nazifascisti contro gli uomini della banda Vertosan, al comando di Andrea Pautasso “Bert”, provoca 11 vittime fra i partigiani e quattro fra i civili. Il villaggio Cerlogne è dato alle fiamme dai nazifascisti.

dal diario di “Bert”
“… avrà varcato da poco la cinquantina, è vestita di scuro come tutte le montanare, porta gli zoccoli ed in testa un fazzoletto nero. Ci fa subito entrare perché ci possiamo asciugare vicino alla stufa e si scusa timidamente, pregandoci di “adattarci”, ma è l’unico posto caldo.
È un vano spazioso adibito a cucina, con una stufa in ghisa(…) una dispensa, due panche, una sedia, un piccolo tavolo appoggiato al muro nell’angolo tra le due finestre … In fondo nella penombra si intravede l’impiantito sopraelevato, la greppia e numerosi scomparti della stalla, occupata ora da un solo vitello. Se non avessimo aguzzato gli sguardi attraverso la penombra, non ci saremmo mai accorti dell’esistenza della stalla poiché l’olfatto non ne avverte la presenza. Tutto è lindo ed ordinato( …)
La loro cena è pronta, ma accanto alle loro due scodelle (della Signora e del figlio NdR) ne vediamo allineate altre due: quelle, che con gesto timido, la madre offre a noi scusandosi di non poter offrire altro di meglio che la loro cena. La loro cena consiste in una scodella di minestra…”
Tratto da: Giocondo Falcoz, Andrea Pautasso, Origini e vicende della formazione partigiana autonoma valdostana “Vertosan” 1943-1945, Tipografia Parrocchiale di Issogne, Issogne

27/07: Carrara e i partigiani

(…)Ero anti-guerra e non condividevo i metodi fascisti (Ruggero Orlando da Radio londra informava e condannava tali metodi). Io lavoravo in officina a Cogne, per cui ero esonerato da una possibile chiamata al servizio militare, ma è stata una scelta più forte che mi ha spinto ad arruolarmi ed entrare attivamente nelle formazioni partigiane.((…)Raffaele Carrara)

25/07: La scuola della miniera

(…)Avevo frequentato i corsi della scuola di fabbrica della Cogne, che preparava delle ottime maestranze specializzate in vari mestieri; il mio è di meccanico, e l’anno precedente, ultimo del corso, avevamo visitato le miniere di Cogne; durante la visita ebbi modo di notare la dotazione di macchine utensili dell’officina di manutenzione dei macchinari della miniera, funivia, teleferica, trattamento minerali e trenino Cogne Acquefredde.
Penso che forse potrei fabbricare i pezzi mancanti alla nostra mitragliatrice, se quella in funzione a Cogne fosse identica alla nostra.Esterno il mio pensiero al gruppo (…)ed ecco che, senza preavvisarmi, il mio caro amico Nino Bertello, mi fa il tiro mancino, e va a spifferare il tutto al comandante della banda, “De Gaulle,” (Louis Ducourtil).
(…)
“De Gaulle” quindi mi invita a seguirlo e mi conduce ad un fabbricato sottostante, di poco isolato dagli altri tre che formano La Chervaz, che chiamiamo pomposamente il Tribunale, perché ivi si tengono i processi ai prigionieri, non solo ai nostri, ma anche a quelli provenienti dalle altre bande.
Con mia somma sorpresa vengo presentato al comandante “Mésard”,(Cesare Ollietti), che siede ad un tavolo con altri componenti del comando zona. (Ernesto Breuvé …continua)

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