22 settembre
“Siamo partiti dal bacino di questa centrale idroelettrica che è sopra Villeneuve, la Vasca. I fascisti presidiavano Villeneuve, dove arrivavano tubi della condotta forzata della centrale. Alla Vasca noi avevamo un posto di avvistamento, dove stavano cinque-sette partigiani, nella casetta dei guardiani della diga(…) Di lì siamo partiti, di notte, con quasi tutti i partigiani di Cogne, siamo andati a fare questa azione a Villeneuve(…) in quell’azione c’era certamente Gaddo, me lo ricordo bene…e mi ricordo che abbiamo parlato a lungo salendo; perché da Cogne siamo scesi fino al posto di blocco di Chevril (..)e poi siamo risaliti su un sentiero a mezza costa fino alla Vasca(…) “(Ruggero Cominotti, intervista a Michele Sarfatti del 22 settembre 1978 , sull’azione dell’8 settembre)
20/09: Dario Fo
“Ecco s’avanza uno strano soldato /porta il fucile come una vanga come la vanga di un contadino/ ha la mantella del birocciaio ha gli stivali del fiocinino/ va in bicicletta lungo le strade va con le barche dentro i canali/ suo portaordini è un ragazzino e la sua donna gli fa da staffetta/ e la sua mamma gli fa sempre avere, un pacchettino con dentro il mangiare. /Uno straccio rosso è il fazzoletto, uno straccio rosso è la sua bandiera /ieri ne ho visto un altro impiccato/ non l’hanno preso è arrivato da solo e ai tedeschi si è consegnato /sono i tedeschi che l’hanno avvisato «Se non si presenta ne ammazziamo altri trenta»./ Ora quei trenta lo stanno a guardare guardano in piazza lo strano soldato/ che al loro posto s’è fatto impiccare/ sotto che piange c’è un ragazzino c’è la sua donna che continua a chiamare/ e c’è una vecchia con un pacchettino un pacchettino con dentro il mangiare./ E sopra i tetti ci sono nascosti/ strani soldati che stanno a guardare/ portan fucili come le vanghe come le vanghe dei contadini /han le mantelle dei birocciai e gli stivali dei fiocinini/ e son venuti per vendicare e son venuti per vendicare…” (Dario Fo)
18/09: Jugoslavia
(…)Poi d’autunno (1941) siamo partiti per la Jugoslavia; Ho ancora un coscritto a Epinel che era alpino e mi dice: “quella volta che siete intervenuti con l’artiglieria, avete fatto cataste di morti.” Cataste! Potevi accatastarli…Un’azione, come fosse da Ivrea ad Aosta, abbiamo spianato tutto. Dato fuoco a tutto, come da Ivrea ad Aosta! In guerra si abbrutisce. Non fai più caso a niente. Un morto, cos’è un morto? Ci facevano delle iniezioni; non so che cosa fosse: non ti ammalavi mai; la cosa più fastidiosa erano i pidocchi. Eravamo tutti pieni e non c’era verso… Tutto bruciava, povera gente, c’erano strade sterrate e loro scappavano con dei carichi di roba, tipo West; noi siamo passati a Spalato, Mostar, Sarajevo… Una volta sono stato tre giorni e mezzo senza mangiare, e al freddo, e sparando! Le prime ventiquattr’ore si ha una fame terribile, ma poi diminuisce; e poi sei assente, così, non sai dove sei…(…)
Quello che ci ha salvato a Cogne è stato la Miniera, perchè c’era lavoro e c’era da mangiare. Quando siamo tornati ci hanno fatti lavorare in Miniera, perchè questo dava l’esonero: sessanta giorni rinnovabili, e se te lo rinnovavano tre volte consecutive, non tornavi più al fronte. Io ho fatto tre anni e due mesi di guerra. Là ci sono rimasti trentaquattromila morti.(…) (da un’intervista a Emilio Martinetto)
(FOTO: libretto di lavoro, 43à compagnia del btgn Aosta nel 43 in Jugoslavia, il maresciallo Tito)
16/09: tedeschi in Valgrisenche
“La informo che il CLNP nella sua ultima riunione ha conferito a Lei l’incarico di trattare a suo nome gli affari politici e amministrativi riguardanti la Valle d’Aosta e di curare in particolare le relazioni tra fronte di resistenza italiano e autorità francesi” (lettera di Greco a Silvio)
“…pur essendo io canavesano, non credo di poter essere considerato dai valdostani, uno di loro. Data la delicatissima situazione politica della Valle, ritengo sia opportuno che il CLN riesamini la mia nomina e veda se non sia possibile trovare tra i valdostani una figura rappresentativa (…)che deve dimostrare essere finito il tempo in cui funzionari e dirigenti delle amministrazioni locali, erano scelti tra gli stranieri…L’autonomismo valdostano può esser limitato nel quadro della vita nazionale solo da un valdostano..l’insistenza da parte di elementi estranei potrebbe provocare solo un irrigidimento.”(Silvio a Greco)
Il 16 settembre, forti contingenti tedeschi salgono di nuovo in Valgrisenche…Nonostante l’interruzione della strada operata dai partigiani, un’autocolonna raggiunge Fornet…Il municipio, l’asilo ed alcune abitazioni sono occupate.
13/09: organigramma comando
Morge (Svizzera) 13/14 settembre
(…) “soltanto il 13 fu scoperta l’assenza dei cinque nostri compagni e vennero a ritirare la loro roba…Arrivò una lettera di “Barba” Colorni indirizzata a “Nerio”Tutino…inviava particolari saluti a “Pierino”(Vitali), Pigi (Decima, il sottoscritto), Kiki (Lazzari) Taide (Lazzerini)…Venemmo anche a sapere che Fillak, Cattaneo, Ariano ed Elter erano partiti da Lajoux e si trovavano già in Italia (…) Un’altra lettera, di “Christian” Pellizzari arrivò il 14. ” (Arvedo Decima op. cit)
Cogne, 14 settembre:
formazione del terzo organigramma del Comando:
“Arnaud” (Magliano) Comandante
“Grieux”, commissario formazioni autonome
“Sergio” (Veneziani) per le Matteotti
“Renati” per le Brigate Garibaldi
“Giulio” per Giustizia e Liberta’
“Fiore” assistenza, giustizia e polizia
“Riccardo” (Einaudi) capo sezione affari generali propaganda e stampa
“Bert”, Stato maggiore, collegamenti e servizi
Mésard riprende il comando del settore Alta e Media Valle.
12/09: Il contributo dei minatori
11/09: Rastrellamento tedesco
11 settembre
Rastrellamento tedesco nella Valgrisenche.
Durante la notte del 10 una forte sparatoria scuote il villaggio di Léverogne. La mattina dopo il maresciallo dichiara di essere stato attaccato da una “ingente forza partigiana”. Si scoprirà che lo scontro era avvenuto tra militi fascisti, ma è un buon pretesto per scatenare una feroce rappresaglia, che avrà luogo il 13 settembre. 14 persone percosse e fucilate e 54 case date a fuoco.
10/09: Le critiche di Mésard
10 settembre – 15 settembre
Mésard attacca duramente il nuovo Comando di zona considerato uno strumento di controllo più che di direzione del movimento partigiano. “Arnaud”(Magliano) è un comandante esterno, come anche i commissari politici delle Brigate Garibaldi (BG) e di Giustizia e Libertà (GL) e delle Matteotti. Inoltre accusati di occuparsi prevalentemente di attività burocratiche e di condurre uno stile di vita “borghese”, non consono alla vita partigiana. Sui muri di Cogne appaiono scritte:
“Abbasso gli imboscati di Villa Necchi”, “Necchi /Becchi”. etc, accompagnati da slogan che ineggiano a Plick e Mésard.
05/09: Missione francese
5 settembre
Valle d’Aosta. Una missione francese composta da undici uomini al comando del capitano Guy Fasso inizia una serie di incontri con i comandanti partigiani e con le personalità della Valle d’Aosta per accertare l’atteggiamento dei valdostani rispetto ad una eventuale annessione della regione alla Francia. La missione dura dieci giorni.
Nell’alta valle, il 5 “Bert” dirama disposizioni che preludono all’ occupazione di tutta l’area… [G. Falcoz-A. Pautasso, “Origini e vicende”].
…Una pattuglia di Alpenjaeger tedeschi viene sorpresa nel vallone di Bellecombe da distaccamenti delle bande Lexert e Ruitor che fanno quattro prigionieri e catturano tutto l’armamento
01/09: Tragedia di una generazione
“C’era anche una ragazza bionda che lavorava vicino a noi. Giorgio Elter e io ci fermavamo spesso a parlare con lei. Quel giorno lessi sul settimanale l’ILLUSTRE’ i seguenti versi che esprimevano tutta la tragedia della nostra generazione:
ON NE NOUS A PAS DIT, C’EST LA DERNIERE ETE
On NE nous A PAS DIT: DEPECHEZ-VOUS D’AIMER
ON NE NOUS A PAS DIT: HATEZ-VOUS , LE TEMPS PRESSE,
SOURIEZ ET CHANTEZ, CUEILLEZ VOTRE JEUNESSE!
(…)
JE PENSE A CES CHEMINS QUE TU N’AS PAS SUIVIS.
VOYONS, J’AI BIEN LE TEMPS, CAR JE N’AIS QUE VINGT-ANS
JE PENSE ENCORE A TOUT CE QUE TU N’AS PAS DIT
AUX MOTS QUE TU GARDAIS POUR PLUS TARD,DANS LONGTEMPS
ON NE NOUS A PAS DIT, C’EST LA DERNIERE ETE
ET LE DERNIER SOLEIL ET LES DERNIERES FLEURS
ET L’ULTIME ETOILE ET SA MOURANT CHALEUR
ET VOS DERNIERS REGARDS. HATEZ -VOUS DONC D’AIMER
JE PENSE A TA REVOLTE AU PAUVRE GARS DE FRANCE,
D’ITALIE OU D’AILLEURS, A TON CRI DE SOUFFRANCE
ON NE T’AVAIT PAS DIT: MAIS FAIS VITE, IL EST TEMPS
ON TE DEMANDERA DE MOURIR A VINGT ANS
(Yvette Z.Graggen) (…)
(A.Decima op. cit.)