Finalmente abbiamo un albero genealogico!
Alla fine tutti salvi
La zia Laura lo aveva ripetuto per giorni: “Siete pazzi a portare i bambini in montagna con Paolo? NON-LO-FA-TE”. E così, alla fine, si era arrivati ad un compromesso. Salita da Valnontey al rifugio Sella senza di lui: Raquel, Jacopo jr., Fabio, Checco, Checca, Nicolò, Tobia. Notte al rifugio, poi lui sarebbe salito la mattina dopo per scendere tutti assieme. Lunedì 27 Luglio il tempo è bellissimo, e l’improbabile combriccola inizia l’ascesa. Fabio e Nicolò salgono come camosci mettendo in crisi il resto del gruppo. Soprattutto Tobia (che parlerà ininterrottamente per l’intera gita) e Raquel, che sospetta che il marito Jacopo sr. l’abbia convinta a partecipare alla camminata per liberarsene. In circa tre ore i 7 alpinisti sono in vista del rifugio e si fermano a mangiare in un alpeggio, dove i bambini recuperano subito le energie e si mettono a scalare tetti di pietra. Arrivati al rifugio ci si riposa e si passa il pomeriggio tra avvistamenti di marmotte (i bambini), birre (Checco e Checca), e quelle bevande strane dette “analcoliche” (Raquel).
Risvegliati dai fischi delle marmotte, dopo una buona colazione si parte per il laghetto del Loson, a soli 20 minuti di cammino. Il posto è bellissimo, il morale è alle stelle, e i bambini giocano nell’acqua.
Poi arriva Paolo. Ansioso di mettersi in forma per l’ascesa al Gran Paradiso con Rocco e consorte, gli bastano dieci minuti di pausa prima di riprendere il cammino. Ora, a questo punto della storia sarebbe ingeneroso addossare tutta la colpa del seguito a lui. Già, perché era stato Jacopo sr. a consigliare di non tornare per la stessa strada, ma di passare per l’Herbetet. Tutti prima o poi vogliono ammazzare la consorte ma, per Dio, ci sono anche quattro bambini!
Due ore e mezza di cammino dopo, con passaggi a strapiombo da passare con l’aiuto di funi, superamento di cadaveri di alpinisti, e qualche scivolata che non sortisce il risultato sperato, alle 13 si pranza in un posto bellissimo (“bellissimo sì, peccato che sia affanculo” [cit. Raquel]) ci fermiamo a mangiare. Certo, siamo bagnati. Un guado mancante ci ha costretti ad entrare dentro una cascata gelida col rischio di precipitare a valle. (“Che posto del c***o, v********o, non ci vengo mai più con te” [cit. dai Discorsi di Jacopo jr. al nonno]).
(si notino nella foto le calze stese ad asciugare su una targa in memoria).
Dopo tanti camosci, ad un certo punto un urlo di Nicolò: “Un uccello grande”. Pare sia un aquila. La sentenza agli ornitologi:
Alle 13.40 riprendiamo a scendere. Ci vogliono tre ore prima di superare la parte pericolosa. I bambini reggono alla grande, sono i nervi degli adulti a cedere.
Alle 19 siamo a casa. Una breve conta e la conferma: ci siamo tutti! Inclusa la pietra di quarzo da mezzo chilo che Tobia ha trovato e si è portato in mano per tutta la discesa.
Tre sì su tre: successo clamoroso dei discendenti di B&U
Chiunque avesse nutrito dubbi è servito. Lucia, Tomà e Rocco incassano un netto sì ciascuno, allargando di ben tre unità la famiglia nel giro di pochi mesi. Non mancano comunque le polemiche. Salvini ha parlato in un recente comizio di “famiglia di merda”. “Su Raquel chiudemmo un occhio” –ha detto il segretario leghista — “ora Annika e Sunniva sanno tanto di provocazione, di attacco al modello di donna padana rappresentato dalle natìe della Val Brembana”.
Navigli Working Factory al via, un in bocca al lupo a Martino e Raquel
E’ ufficiale. A partire da Gennaio 2015 la Navigli Working Factory sarà una realtà. L’impresa, gestita in toto dalla famiglia, schiererà in prima fila Martino e Raquel. Diffondete il verbo, parenti! Diffondete!